Forse ai meno attenti il nome Erika in ambito techno suggerirà poco, quindi meglio spiegare subito di chi stiamo parlando.
Erika Sherman è colei che ha preso il posto di Gerald Donald in uno dei suoi molteplici progetti paralleli a Drexciya: Ectomorph, al fianco di Brendan M. Gillen con il quale cogestisce la label Interdimensional Transmissions.
Appassionata di tecnologia fin dall’infanzia, prima ancora di andare alle superiori servendosi di scarti di computer costruisce la propria strumentazione, e gestisce da casa un BBS (un computer che utilizza un software per permettere a utenti esterni di connettersi a esso attraverso la linea telefonica, dando la possibilità di utilizzare funzioni di messaggistica e file sharing centralizzato n.d.r.).
Durante gli anni dell’università a Detroit svolge il ruolo di Dj Jazz e programmatrice della radio scolastica; contemporaneamente viene coinvolta sempre di più nella scena underground locale.
Nonostante lo studio del pianoforte è stato soprattutto grazie alla sua straordinaria capacità di interagire con le macchine che nel 1997 le viene chiesto di entrare a far parte di Ectomorph.
Adesso arriva finalmente il momento del debutto solista.
Hexagon Cloud è concepito come una produzione del tutto analogica senza il supporto di nessun pc anche per quanto riguarda il sequencing, che viene gestito con un misterioso hardware estremamente raro e flessibile.
Al centro del disco c’è la sua passione di sempre: la scienza, che Erika studia attraverso la musica.
Lo stile dell’album è puro Motor City: una techno concreta come un esperimento in laboratorio ma aperta alla meraviglia, un’esplorazione onirica che va dai micro organismi alla nascita delle stelle.
Federico Spadavecchia