In principio furono i Young Hunting, al secolo Alex Ander e Marc Dall, duo sperimentale votato ad oscure trame ambientali che si era fatto conoscere con un album su Agenda Recordings nel 2010 (Attachment In A Child And The Subsequent Condition), e quindi approdando su Blackest Ever Black nel 2011 con il 12″ The Night Of The Burning.
Lo scorso anno Alex e Marc, diventati più consapevoli circa il proprio lavoro, pubblicano Mitchell Heisman ed iniziano un nuovo percorso a nome Dalhous, influenzati tra le altre cose dai film avantguard di Jack Bond e Jane Arden.
Le sinfonie esoteriche si fanno da parte in favore di soundscapes post industriali ricavati dalla manipolazione di differenti tecniche elettro-acustiche, e per tanto difficilmente inquadrabili in uno stile preciso.
An Ambassador For Laing riflette in musica il respiro ansioso di una società urbana sempre più sottomessa alla tecnologia, patologicamente portata all’isolazionismo (He Was Human And Belonged With Humans).
Sopravvivere alla cronaca degli orrori quotidiani è possibile solo grazie ad un battito profondo e ad una melodia fitta di frequenze in grado di coprire le urla di dolore (The Physical Body).
L’estasi mistica si confonde con quella chimica (Anger Sees Red) e tutto appare nitido e in armonia (Bolder And Lighter Than The Beat From A Wing).
Il beat si deflagra sulle nostre regolari crisi d’identità (Who’s Here, You’re Here, I’m Here…) per poi mettere in corto circuito ricordi di danze passate (Dalhous). I fantasmi invece tornano a manifestarsi tra le textures di The Cruel Practice Of Art.
L’allucinazione permea ogni cosa, sentimenti compresi (Dwelling By The Meadow); la vita ridotta a particelle elementari: Eros, Love And Lies.
L’atmosfera si fa plumbea (A White, White Day) perchè le trombe dell’apocalisse annunciano il tragico destino cui va incontro l’umanità (Dreamers Of Decadence).
I Tangerine Dream che riscrivono la colonna sonora di Akira.
Federico Spadavecchia