Nel piano di salvataggio della SIAE, presentato la scorsa settimana dal dimissionario governo Monti, l’esecutivo tecnico, esce di scena con una stangata senza precedenti al mondo del clubbing; un lancio dell’agenzia ABI, parla dell’istituzione di un Albo per Dj che secondo i piani verrà istituito prima dell’estate, della creazione dell’anagrafe dei supporti, dove i professionisti dovranno registrare le attrezzature di lavoro (non è chiaro cosa sarà previsto per i dj che suonano vinile) mentre i club saranno obbligati a verificare che le tracce suonate provengano da fonte lecita (i promo dovranno essere accompagnati da una dichiarazione dei producer mentre gli acquisti online, dalle fatture digitali).
Per i dj non professionisti sarà ancora possibile suonare in pubblico ma dovranno dichiarare presso l’Agenzia delle Entrate che l’esibizione è a titolo gratuito.
Sempre secondo le indiscrezioni, l’iscrizione al futuro “albo” sarà vincolata ad una prova presso un apposito ufficio della Presidenza del Consiglio, dal quale la SIAE dipende. Le indiscrezioni hanno sollevato un polverone, che va ad aggiungersi alla contestata elezione del consiglio SIAE, lo scorso I marzo, che ha visto Gino Paoli spuntarla come presidente.