La saga fantascientifica di Mr. 8040 prosegue con un nuovo capitolo, il sesto, in forma di album.
Proprio di una narrazione si tratta, con tanto di protagonisti, pianeti e sistemi, sistemi politici e sociali, ma con suoni al posto di parole scritte.
L’ascolto progressivo è quindi imprescindibile, almeno quanto la dimensione spaziale che permea ogni parte dei quasi 70 minuti.
Le sonorità sono di stampo electrofunk, con ampi richiami alla scuola detroitiana nei suoi vari aspetti e forme soniche, fino a passare al funk sensuale della west coast.
Se c’è un elemento dove SDC abbonda, è proprio nella ricchezza delle partiture. Perchè dopo una breve intro cinematica (2357 AD) c’è subito un sintetico sexy groove electro (Mr. 8040’s Introduction) e una bella stesura di assoli techfunk (la titletrack).
Segue una luminoso roteare spacedisco (Confusion on the Armament Moon) e vellutate pulsioni soulfunk da lounge orbitanti (When Your Love Feels Like It’s Fading) per arrivare a quei bei motori techno tipo Mad Mike tra ritmo e militanza o un Rolando su UR con Aguila (Rising).
Il viaggio non si ferma, tra house jazz pulsante, sfavilli di chitarre e tastiere in assolo, fraseggi rock e singulti psichedelici, dilatazioni atmosferiche e bassi grassi.
Sempre più chiaro che in questa presunta lievità, c’è una grande cultura e passione, codificata attraverso stratificazioni di sonorità e abbondanza di riferimenti, ma senza mai cadere nell’eccesso o, peggio, nel manierismo.
Luca Galli