l grande vantaggio di questi anni dieci, in cui i confini tra generi non sono più definiti nettamente ed il continuo ripescaggio di schemi sonori passati ha di fatto annullato la dimensione temporale della musica, sta nel fatto che le labels possono attingere a piene mani nuove risorse da soffitte e cantine senza per questo finire tristemente relegate al mercato della nostalgia.
Quando poi capita di imbattersi in un tesoro nascosto, rimasto per qualche motivo inedito, le cose si fanno davvero interessanti, soprattutto se pensiamo al pieno revival anni ’90 che stiamo vivendo con un susseguirsi incessante di dichiarazioni d’amore verso tutto ciò che è analogico e vintage (che purtroppo il più delle volte si rivelano spacconate per giustificare brutte canzoni scopiazzate).
Dario Bedin, Dj di lungo corso ben conosciuto in Italia, specie nel Nord Est, con l’alias di Dax e Maximiliano Faccio musicista, detto Mog, avevan già cooperato sotto le insegne di MogDax, ma ciò che conta ai fini della nostra storia è che loro gli old good times li hanno vissuti in prima persona.
All’epoca Dax andava a trovare Mog in studio e da lì è incominciato tutto. I risultati delle loro frequentazioni per qualche motivo non sono stati pubblicati nulla a dispetto della quantità e della bontà del materiale accumulato.
Finalmente i due artisti hanno deciso che è giunto il momento di rendere pubblico il loro lavoro, col nome di Freewill, affidandone la diffusione alla Electronique.it records, casa discografica appartenente al celebre portale che ha fatto dell’esplorazione elettronica la sua missione.
Quadrivium, stampato in edizione limitata di 200 copie (complete di handbag cucita a mano), è al contempo testimonianza dell’approccio genuino e originale alla musica elettronica da parte dei prime movers, e viaggio attraverso melodie malinconiche all’alba dell’Intelligent Dance Music.
Non un disco di puro ballo quindi, ma nemmeno una statica riflessione ambientale per isolarsi dal mondo nei propri pensieri grazie ad un breakbeat di scuola Warp che ti fa ondeggiare la testa e muovere il piedino.
Al tramonto sui muri dei capannoni abbandonati è possibile scorgere ancora le ombre dei ravers old school perchè la luce che li anima non potrà mai essere del tutto spenta.
Federico Spadavecchia