Questa notte la nebbia è particolarmente fitta a Torino. La luce dei lampioni enfatizza l’aria solenne delle statue tra i Murazzi e il Valentino, la Porta del Paradiso, come del resto l’alba, non è distante. Il fiume, quasi immobile, è uno specchio opaco e minaccioso.
Con i pugni chiusi in tasca e il naso affossato nella sciarpa, è possibile ricavare un pò di calore solo dagli auricolari. La musica è il pilota automatico che ci riporta a casa prima di cedere all’inevitabile hangover.
Code 066 è un giovane produttore locale, al secolo Alessandro Lerario classe 1986, al debutto sulla sua concittadina Eclipsemusic, label attiva dal 2008 devota tanto alla dubtech di matrice Basic Channel quanto ad una ricerca emotiva, spirituale, perchè alla fine la buona musica è una questione di gambe tremolanti, stomaco in subbuglio e tacchicardia come nel più classico degli innamoramenti.
53 Minutes è un dialogo tra l’artista e la natura: lo scienziato del suono fa spazio ad un uomo nuovamente a contatto con la Terra, che usa il field recording per sincronizzare il suo respiro con quello dell’erba e degli alberi.
La title track è pura techno Zen: una grotta dietro una cascata dove l’acqua gocciola dalle stalattiti e il riverbero indica la via dell’illuminazione.
Masherbrum altera stati mentali e ritmici, mentre la berlinese Gorlitzer Park racconta di pomeriggi al sole nel parco fumandosi un bel cannone rigirando tra le mani i dischi appena comparati ad Hardwax; stlisiticamente è la più fedele al verbo mauriziano.
In Viola i toni si fanno teatrali e malinconici per diventare mistici e abbaglianti nell’interludio di Fog, e finalmente sfociare nel serrato 4/4 di 7 AM.
La corrente potrebbe isolarti e portati via ma tu segui il battito caldo di Rust e vedrai che la strada giusta la imboccherai per istinto.
La solitudine è un sentimento spiazzante perchè, sebbene ci siano volte in cui la si desideri con forza, quando la si ottiene sul serio genera sofferenza. Chi è in grado di ricavarne energia creativa si definisce artista (Lone).
Il sole inizia a filtrare attraverso le nuvole (Vei) e lo scomparire della nebbia (Fog Outro) ci fa vedere meglio dove siamo.
Adesso tutto è nitido. Siamo a casa.
Federico Spadavecchia