BIM Festival ’12

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Cosa c’è di più suggestivo dell’atmosfera natalizia che si respira nel nord Europa in questa stagione? Anversa con i suoi mercatini ricchi di dolci come le gaufres (i tipici biscotti a cialda da riempire con cioccolata fusa e panna) e di Gluhwein, è davvero uno dei posti migliori per passeggiare ascoltando Last Christmas degli Wham senza essere perseguitati dall’ennesimo cinepanettone dei Vanzina.
Nel segno delle migliori tradizioni abbiamo deciso anche questa volta di andare al Belgian Independent Music Festival, o più comunemente BIM, caposaldo della scena EBM (che non ha nulla a che vedere con quella cagata di termine che è EDM) che proprio nel Belgio ha la sua roccaforte.
Il pregio dell’evento è la ricerca di nomi oscuri del passato della scena new wave/industrial, difficilmente incontrabili altrove, affiancata ad una proposta attuale vicina al gusto delle nuove generazioni di modo da permettere il continuo passaggio del testimone.
Organizzato su due giorni presso il Trix Xl, un club per concerti appena fuori il centro città, quest’anno il programma, ad eccezione del discutibile progetto dell’ex Joy Division/New Order Peter Hook che insieme ai The Light ripropone dal vivo Unknown Pleasures, è quanto mai di nicchia con perle come i Test Department in versione Redux, i due progetti paralleli dei Front 242, i Portion Control ed i mitici The Invincible Spirit (autori della hit Push nel 1986).
Per ragioni che capirete con il prossimo reportage abbiamo deciso di presenziare il solo venerdì.
L’effetto di una line up tanto interessante per gli appassionati quanto poco ammiccante al grande pubblico è evidente fin da subito: la quasi esclusività dei presenti è formata dallo zoccolo duro dei fans che puntualmente anno dopo anno si ritrovano alla manifestazione, come i parenti che si riuniscono nei giorni di festa.
Anche il classico mercatino dei dischi è stato ridimensionato e trasferito dal piano superiore, rimasto chiuso, all’entrata della sala. Meno banchetti ma qualità in abbondanza per soddisfare in anticipo qualche desiderio natalizio.
Quando entriamo è davvero bello ritrovare come da tradizione in consolle, ad intrattenerci tra un live ed un altro, Dirk Ivens bandiera dell’EBM con gli Absolute Body Control nei primi ’80.
Sul palco ci sono già i Nothing But The Noise, l’ultimo side project dei brutalisti Front 242 con Daniel B., l’ex Dirk Bergen e Erwin Jadot, che, messe da parte le atmosfere abrasive e le ritmiche d’assalto armato, mostrano un lato più contemplativo atto a descrivere l’esplorazione della società post industriale, rappresentata visivamente da un vagabondare in automobile senza meta in una notte di pioggia.

Idoli della gioventù elettronica norvegese sono gli Icon Of Coil guidati dal carismatico Andy La Plegua, frontman anche dei Combichrist. Lo show è un concentrato di adrenalina e melodie in perfetto stile future pop, una cosa come i Pet Shop Boys cantati da un metallaro con un arrangiamento techno-trance anni fine ’90. A loro modo divertenti.
Chi invece è sempre e comunque protagonista nonostante tutti gli anni alle spalle sono i seminali Portion Control: battito marziale e ruvido a supporto degli ordini gridati dal sergente istruttore. Sotto al palco il pogo è inevitabile e selvaggio!

Mentre aspettiamo l’act di chiusura Dirk passa l’inno di The Normal alias Daniel Miller Warm Leatherette (1978) e stupita da come la cantiamo a squarciagola una gentile signora in mantello e colbacco nero ci si avvicina meravigliandosi di come dei giovani conoscano certa musica dei suoi tempi.
Lei si chiama Rose e viene dalla Scozia proprio come i Test Dept dei quali ne ha giusto sposato uno!
Tra anedotti dei bei giorni andati di quando se la spassavano in giro con personaggi come Cosey Fanny Tutti, e l’incitare i ragazzi di oggi a combattere duro per realizzarsi nell’arte e nella vita inizia il concerto e corriamo in prima fila.
Il gruppo, tornato al duo embrionale, non porta più sullo stage bidoni e motoseghe ma pad e laptop compiendo il definitivo passaggio dallo steampunk al cyberpunk.
A restare immutata è l’attitudine: la militanza e la denuncia dell’ingiustizia sociale è affidata a soundscapes desolanti, colonna sonora di visuals in cui personalità del mondo politico si mixano con i video di ricerca obiettivo e bombardamento degli aerei da guerra.
Non c’è tempo per godere dell’after party finale, abbiamo un treno da prendere domani, ma tanto il prossimo anno saremo ancora una volta al BIM perchè a noi il Natale piace trascorrerlo in famiglia.

Federico Spadavecchia

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