Top Album ’11

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In attesa di scoprire se il 2012 ci esenterà dalla fatica di una nuova chart eccovi pronta quella degli album 2011. Sbrigatevi a leggerla perchè se ripensiamo alle tonnellate di dischi usciti potremmo cambiare idea!

10. Art Department The drawing boards (Crosstown Rebels)

Uno dei progetti più interessanti del panorama attuale. Ecco come suonerebbero i Depeche Mode se fossero stati un gruppo house.

9. Moritz Von Oswald Trio Horizontal Structures (Honest Jon’s)

Essere in campo da una vita, subire un gravissimo infortunio e mostrare la freschezza di un ragazzino appena entrato. Che altro fare se non mostrare il nostro infinito rispetto?

8. Lucy Wordplay for working bees (Stroboscopic Artefacts rec.)

Ovvero delle energie oscure, ovvero del perdersi su una pista perdendo ogni riferimento dimensionale, ovvero
del cannibalismo stilistico berlinese, ovvero di rivolgere lo sguardo altrove per trovare strade inesplorate.
Lucy confeziona un album Techno nel senso più ampio del termine, non si limita ad una semplice raccolta di tracce, anzi pare più un concept come i lavori degli UR sull’esplorazione del cosmo. Anche gli Italiani sanno guardare al futuro.

7.Surgeon Breaking The Frame (Dynamic Tension Records)

La techno di Surgeon è come il tiramisù: sono secoli che si fa sempre allo stesso modo ma esiste nella galassia qualcuno a cui non piace?

6. SBTRKT SBTRKT (Young Turks)

Successe già per l’acid house nei primi ’90 ed ora tocca al dubstep sciogliersi nel Pop, generando sia prese per il culo come Magnetic Man che progetti come questo nel segno della tradizione britannica di flirt tra mainstream e underground con cui abbiamo ballato tutta l’estate.

5. Kuedo Severant (Planet Mu)

Sapersi reinventare è la capacità che accomuna l’etichetta di Mike Paradinas e l’ormai ex Jamie Vex’d. Entrambi fondamentali per lo sviluppo del dubstep eccoli, ancora una volta, a comporre la colonna sonora dei giovani di domani.

4. Kode9 & The Spaceape Black Sun (Hyperdub)

Un po’ come negli anni ’90 i ravers sono dipinti come sopravvissuti ad un’immane sciagura (e l’olocausto nucleare possiamo ora dire di averlo visto da vicino) che nel buio dei capannoni industriali attraverso il rituale del ballo propongono nuovi contatti sociali guidati da quello sciamano postmoderno che è il Dj. E che stavolta si chiama Kode9.

3. Planetary Assault System The Messenger (Ostgut Ton)

Proprio quando si pensava che fosse giunto per Luke Slater il momento di appendere le cuffie al chiodo, l’artista inglese ci sorprende con un album di techno coloratissima, furiosa ed orchestrale.

2. Pinch & Shackleton lp (Honest Jon’s)

Cosa aspettarsi dall’unione di questi fuoriclasse del basso iperbarico? Probabilmente un rito voodoo in fondo al Triangolo delle Bermuda non sarebbe distante dalla verità.

1. Oneohtrix Point Never Replica (Software)

Il nostro numero uno per il 2011 è colui che più di tutti ha svelato l’atemporalità della musica. Grazie a Youtube il viaggio nel tempo è diventato possibile e possiamo riattingere a frammenti di ricordi che non sapevamo nemmeno di avere. Lopatin mette in musica i suoi ricordi d’infanzia seguendo uno schema compositivo onirico ritrovandosi a dialogare con i fantasmi.

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