I Boats sono un duo formato dai veterani Craig Tattersall e Andrew Hargreaves che, dopo le rispettive esperienze con Hood e Tape Loop Orchestra, decidono di unire le forze servendosi anche di diverse collaborazioni realizzando ben quattro dischi in altrettanti anni.
Il punto di vista del progetto è quello di chi ascolta il vento dalla cima di una scogliera, assorto nelle textures del sovrapporsi del suono dell’aria con quello dell’acqua e dell’ambiente circostante.
Le quattro tracce di questo cd sono, come da titolo, ballate elettroacustiche, e sebbene provengano comunque da un dipartimento di ricerca non sono frutto di una sperimentazione esasperata ma piuttosto di un alto sentire emozionale.
Nessun trucco particolarmente nerdistico quindi se non qualche beat glitch qua e là, ed il calore di una registrazione analogica su nastro che per quaranta minuti ci tiene immersi in melodie dolci e landscape sospesi. Da notare la presenza al cello di Danny Norbury, in pratica il terzo membro del gruppo.
La ballata è una forma di poesia che prevede l’uso del canto e della danza, ma nel caso dei Boats i suoni prendono il posto delle parole (anche se in The Ballad of the Failure compare la voce di Chris Stewart) raccontando sì una storia ma lasciando al contempo all’ascoltatore un’ampia libertà d’interpretazione. A detta degli stessi autori si tratta di un’indagine sull’incertezza dei nostri tempi, dell’amore, dei nostri dolori e speranze.
Scienza e poesia insieme al servizio della musica per dar vita ad una sinfonia notturna da godersi al buio in cuffia magari con una finestra aperta da cui poter ammirare le luci della città in lontananza.
Federico Spadavecchia