Soul Clap “E Funk” (Wolf+Lamb)

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Il 2011 è stato senza dubbio lo zenit del revival funky house/nu disco e, come già era successo con la scena originale, i ragazzi di New York ne sono stati protagonisti.
Ci riferiamo naturalmente alla crew Wolf+Lamb, il lato musicale della trendissima Williamsburg a Brooklyn. Oggi Tony Manero non è più un figlio della working class che sogna di svoltare a Manhattan, ma un ragazzo di buona famiglia che trascorre il suo tempo libero al The Wolf+Lamb Mercy Hotel, lussuoso hotel/condominio Five-Stars and AAA Five-Diamond dotato di lounge club e World-Class Spa, ad ascoltare miscele ammiccanti di moderna disco.
Di tutta la cricca i bostoniani Soul Clap si sono dimostrati i Dj’s più abili, con set sempre in bilico tra cazzeggio sfrenato e l’eredità del Body and Soul, e così, dopo un anno passato in giro per il mondo nelle vesti di big sensation, eccoli alla prova della definitiva consacrazione Pop: l’album.
Come quasi tutti gli lp prodotti da Dj anche E Funk si pone l’obiettivo di trasporre i punti di forza dei set live sul piano dell’ascolto che fù casalingo (oggi dovremmo riferirci soltanto a quello da passeggio con le cuffiette bianche o di Dr. Dre), tentando di sedurre l’ascoltatore a colpi di melodie patinate e ritmi soffici ma incalzanti.
Non bastano tuttavia la bella voce di Franceska nella canzone manifesto Take it slow o quella della ex All Saints Mel Blatt per fare il grande salto.
Anche stavolta il titolo è rivelatore: funk speziato con l’mdma, peccato solo non si riesca ad andare oltre l’accademia. Troppo composti e piatti per far scatenare il popolo degli afterhours, e senza quel guizzo Pop geniale a la Kalkbrenner per essere i beniamini di Top of the Pops.
Il fuoco che bruciava dentro i vecchi pezzi della vecchia scuola era alimentato dalla passione e da un sano desiderio di osare, mentre qui è solo un pavoneggiarsi compiaciuti allo specchio.
I Soul Clap in sostanza si rivelano come i fighetti della scuola che giocano a fare gli alternativi fino a quando il babbo non li viene a prendere con un BMW nuovo fiammante svelando l’imbroglio.

Federico Spadavecchia

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