Come si reagisce di fronte a un divorzio? Preciso un divorzio artistico, ma pur sempre di separazione si tratta e noi fan siamo come bimbi che perdono da un momento all’altro la certezza più importante di tutte, l’unità familiare, e adesso si ritrovano sballottati due giorni da papà e quattro dalla mamma con l’incubo di dover indossare il cappuccio del boia e rispondere alla domanda ghigliottina: “Ma tu, a chi vuoi più bene?“.
Certo nel mondo della musica gli addii sono all’ordine del giorno, e molto spesso capita che le rate del Ferrari in garage ne possano più di anni trascorsi a litigare per il proprio ruolo nella band o per la fidanzata troppo invadente spingendo gli uni fra le braccia degli altri riappacificandosi magari con un best of ed un bel tour.
Ma se questo mese era già duro a causa dell’ufficialità sullo scioglimento dei Pan Sonic, oggi è diventato un macigno: i Wighnomy Brothers dal primo gennaio 2010 prenderanno strade diverse dopo 17 anni di matrimonio.
La notizia viene data attraverso un breve comunicato sul loro sito (www.wighnomy-brothers.de/) in perfetta coerenza col loro stile senza giri di parole o scene madri da grande melodramma Pop, loro sono Dj’s non superstar.
Chi ha avuto la fortuna di vederli dal vivo capirà al volo, Soren e Gabor sono i Dj’s per antonomasia, sono quelli che appena è caduta la Germania Est (sono nativi di Jena n.d.r.) sono andati di corsa all’Ovest a spendere tutti i loro risparmi in vinili, sono quelli del motto non cercateci sul myspace ma sul dancefloor, e della vodka bevuta prima (e durante) ogni set per superare una sincera timidezza.
La prima volta che li ho visti live, rimanendone estasiato, fu al Green and Blue ‘06, ma è stata una domenica sera del 2007 al Gasoline di Milano che li conobbi personalmente: Robag stava seduto in un angolino in disparte con un bicchiere di carta in mano mentre il fratellino studiava la situazione; scambiammo un paio di chiacchere e fui catturato da tanta simpatia e gentilezza. Quell’anno li seguii all’Awakenings, al Nature One per finire nuovamente al Green and Blue, dove si esibirono nella performance più bella dell’anno.
Monkey Maffia e Robag Wruhme quando suonano insieme non propongono un normale back to back, ma si fondono in una nuova unica personalità indipendente dalle due di partenza. Nessun ruolo predefinito o strategia, ciascuno suona solo cosa si sente e questo fa sì che i loro set siano sempre ad altissimo livello.
Inutile cercare poi di rinchiuderli in una definizione da scaffale, il termine minimal è solo indicativo del numero dei bpm di un bagaglio musicale immenso: jazz, idm, techno, hiphop, house, canzoni per bambini, ritmo e melodie strappalacrime.
Come Braccio di Ferro usava gli spinaci per diventare invincibile, per i Wighnomy è la Moskovskaya la chiave per trasformarsi in scatenati party animals. Anche in questo caso tuttavia niente gioco delle parti: se dapprima ritenevo fosse Monkey il pazzoide e Robag il saggio fratello maggiore sono stato subito smentito assistendo al curioso spettacolo di quest’ultimo intento a far girare la bottiglia di vodka al posto dei dischi e venir riportato sulla retta via da Soren.
Forse la simbiosi tra i due trovava una barriera nella porta dello studio di registrazione in cui entravano rigorosamente per conto proprio e ne uscivano con risultati diametralmente opposti: Gabor pubblica nuovi dischi e tonnellate di remix, mentre Soren, anch’egli producer, non fa ascoltare i suoi lavori a nessuno.
Eppure questo bizzarro pudore pare invertirsi per quanto riguarda le gig da Dj e nel 2008 Robag si prende una pausa rinchiudendosi nella familiare Jena lontano dalla ribalta lasciando a Monkey il compito di rappresentare i WB. Tutto ciò che vogliono è fare Musica e la label, il negozio di dischi e i dj set sono solo un mezzo per condividere la loro passione e non per diventare famosi.
Sarà casuale ma fa riflettere la coincidenza per la quale l’anno di questa separazione comprenda anche la fine artistica e spirituale del Green and Blue di Francoforte, un party dove per due edizioni di fila i bros hanno dato il meglio e il ritornello dell’ultimo disco poggiato sul piatto recitava Weaks become heroes and the stars align.
Federico Spadavecchia