Inutile stare a girarci intorno, la dub tech è rimasta l’unica navicella disponibile per scappare nell’oscurità, per perdersi nella profondità del suono.
Il beat regola il respiro e, quando s’interrompe, puoi sentire chiramamente il sudore raffreddarsi sulla pelle. Non è la fatica di un’altra notte insonne, ma la tensione adrenalinica della consapevolezza di essere ad un passo dal baratro; gli echi ed i riverberi non mentono mai, pur gettandovi un sasso non si riesce a percepire quanto va giù il pozzo.
No Movement No Sound No Memories, ovvero la condizione dell’astronauta che da tempo si è visto il filo tagliato e che ora si trova a fluttuare verso l’ignoto con una scorta limitata di ossigeno, è anche il progetto che raccoglie su cd le uscite viniliche della lux nigra records (www.luxnigra.de) dal 1999 al 2006 (più un singolo inedito) e masterizzato presso i leggendari d&m studios facenti capo ad Hardwax, grande tempio del dub sound tecnologico. Basic Channel ora pro nobis.
Gli artisti coinvolti sono nomi tutti più o meno noti nella scena. Ci sono le neo stars Claro Intelecto, dal passo idm, e Modeselektor (in una veste inusalmente seria/futuristicamente malinconica) cui si deve una bella fetta del riscoperto interesse che il genere ha risvegliato recentemente al di fuori di Berlino. E c’è chi come Pole si è sempre mosso nell’ombra curando il missaggio ed il mastering di decine di produttori dal nome altisonante, e che solo ora ha deciso di esporsi in prima persona; il suo mix è affidato alla melodia del vento. Something J e Bill Youngman sono gli unici a tirar fuori la voce: un esorcismo in chiave hip hop di epoca pre Skull Disco.
Arovane, invece, è il più soft della compagnia: il ritmo, costruito seguendo fedelmente il verbo mauriziano, si sottrae poco alla volta lasciando sempre più spazio ad un landscape onirico che porta nostalgia di casa.
Gli altri autori, infine, tengono ben salda al viso la maschera sciamanica e quando il buio ricoprirà ogni cosa il rituale avrà finalmente inizio.
Federico Spadavecchia