Beats Tips Boutique vol. 8

0
1631

Spada “Happiness EP” (Manual rec.)

Chi l’ha detto che inseguire i propri i miti porta solo a inutili scopiazzature? Il padovano Spada è sempre stato un devoto del verbo Border Community sotto la cui guida è cresciuto un poco alla volta, assimilandone i principi cardine (in primis la ricerca melodica) e nel contempo maturando il proprio gusto, che lo ha portato a varcare il limite della neotrance. L’idea di fondo è quella di realizzare canzoni da ascoltare in ogni momento della giornata e non per forza ballando in un club. Un fine del genere negli anni ‘90 aveva portato alla nascita della idm, oggi, si spera, possa rivitalizzare una scena Pop dance banalizzata a morte.
Questo nuovo ep edito dalla Manual mette finalmente Spada in condizione di dimostrare quanto ha appreso direttamente ed indirettamente in questi anni. Le parole d’ordine sono crossover e sentimento, il 4/4 non è più l’unica via. Le cinque ritmiche presenti pur con stili tra loro diversi sono electro-portaaerei al servizio della melodia, ogni dancefloor avrà così la sua hit su cui sudare e sognare.

UES “Thoughts of a ride” (Exprezoo rec.)

Comincia la primavera e quale modo migliore di celebrarla se non con la nuova uscita targata Exprezoo? Ormai dopo un 2009 ricco di qualità non possiamo più considerarli come semplici emergenti ma come una delle più belle realtà italiane degli ultimi anni in grado di lanciare giovani talenti e riscrivere i trends musicali del momento secondo il loro personalissimo stile.
Accade quindi che Ues butti sul piatto due vinili polverosi, fruscianti, che sanno quasi di tempi passati, quando si ballava lo swing con donne bionde vestite di piume e paillettes chiusi in un seminterrato bevendo champagne di contrabbando.
Il remix di Joss Moog su Where is that song ci riporta ai giorni nostri con un tiro deciso e moderno ma non per questo meno suggestivo.

Dj Gio Mc-505 “Gaucho (Bullet 1 of 2)” (DVR rec.)

Il suo nome oramai lo conosciamo bene, Giosuè Impellizzeri aka Dj Gio Mc-505 è l’estremo difensore dei suoni 80’s italo disco e synth-pop.
Sempre con Moroder nel cuore il Dj pugliese realizza una traccia luminosa e trascinante, quasi fosse una colonna sonora, senza comunque scadere nel revival.
A dargli man forte ci sono Bangkok Impact con un mix dal sapore disco, Gabe Catanzaro che preferisce, invece, metterla sull’acid dipingendo paesaggi lisergici, ed infine Midnight Express che ingrana la quarta e spinge con un potente sound electro-tech.

Monaque “Butterfly” (Highway Records)

Dalla Russia con amore, una calda scena deep balla attualmente sulla piazza Rossa sotto un insieme di influenze che vanno dalla proghouse inglese degli anni ‘90 alla neotrance di casa Kompakt degli anni zero. Monaque vola leggero creando il giusto sottofondo per un’assolato ed ipnotico afterhour dove la musica va percepita più che ascoltata.
Completano il vinile i remix firmati da Sei A, per lui una versione maggiormente fisica e drammatica, e da Jim Rivers che rimescola del tutto il mazzo per passare all’incasso con un poker di liquid funk e acid house.

SCB “SCB 01″ (SCB rec./Hotflush)

Scuba è colui che esplorando la galassia del dubstep ha ridato nuova linfa alla Techno.
Non basta un secondo album appena uscito (Triangolation) e che sta conquistando critica e dancefloor di mezz’Europa, per far sentire soddisfatto uno come Paul, che persino quando è davanti ad una folla di ballerini adoranti non abbozza che un tenue sorriso, no lui si spinge ancora in avanti e rivitalizza addirittura la Techno.
Le basi naturalmente sono quelle insegnate da mamma Basic Channel ma lo sviluppo è un percorso magico dove è facile perdersi rimanendo a fissare le meraviglie che vi si incontrano.
Sul lato A del disco c’è una profonda e malinconica traccia dub techno, il cuore pulsante della pista, mentre sul lato B trova spazio un jazz futuristico proveniente da chissà quale galassia lontana.

3 Good Doctors aka Agaric, Ed Davenport & Beaner “The Marvellously Medicinal Travelling Revue” (We Are rec.)

E concludiamo questa puntata con una produzione corale che fa del sound design il suo punto di forza, un 4/4 classico senza troppi fronzoli progettato unicamente per far pestare forte i piedi.
Su tutte spiccano le versioni di Agaric e Ed Davenport che, pur mantenendo il carattere da Dj tool che caratterizza l’ep, shakerano il dancefloor a colpi di phunky.
Starà poi a voi decidere se utilizzarlo per dare un chiaro segnale di via alle danze oppure come turbo per varcare la soglia dell’after.

Federico Spadavecchia

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here