Maximal Festival ’09: No Future for You

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Abbiamo tutti perso un’occasione, e per digerire questa sconfitta mi ci è voluta quasi una settimana intera durante la quale ho cercato in tutti i modi di truccare il bilancio (ironia della sorte è così che mi guadagno il pane nella vita reale…) per arrivare ad un risultato positivo, ma non c’è stato verso, il passivo era troppo alto.

Ma forse per rendere più chiari i fatti è meglio cominciare dall’inizio, da quel pomeriggio caldissimo passato tra la stazione Centrale di Milano e Lambrate a radunare l’armata Brancaleone delle grandi occasioni, amici da tutta Italia accorsi all’ombra della Madunina per il primo grande Techno Evento internazionale made in Italy.

Ai cancelli ci presentiamo per le dieci, puntualissimi per l’esibizione di Funk D’Void, peccato che per qualche motivo la timetable fosse completamente andata a farsi benedire con conseguente confusione generale senza che venisse posto alcun rimedio.

Il nostro caro Lars inizia quindi soltanto intorno alle undici e riesco ad ascoltarlo una mezz’ora scarsa prima di chiudermi in sala Detroit, dove passerò comunque tutta la sera, per il live degli Scan 7 (anche se in realtà ce ne era solo uno).

Così mentre il povero FDV suonava per quattro gatti più Raibaz, io ero a godermi uno degli esponenti più rigorosi dello stile della Motor City.

Tuta nera, passamontagna e cappellino calcato bene in testa, l’uniforme d’ordinanza della second Techno Generation guidata dal collettivo Underground Resistance, ai loro comandi synth e drum machine pronti all’assalto!

Il battito duro e marziale è mitigato solo da schegge d’archi, ballare non è una possibilità ma un ordine perentorio.
Sudore e birra scorrono che è un piacere ed è già venuto il momento del cambio console con Mr Elevator Kevin Saunderson!!!

Rispetto al Bang Face dove per tutta la prima ora aveva proposto un set a salire qui Kevin va dritto al sodo con le sue atmosfere festose, picchia forte ma rimanendo sempre funky.

La sua performance, anche se purtroppo tutta al pc, è un universo di colori e calore, di dischi classici (Good life e The bells) e appena usciti. Mani al cielo in adorazione.

E’ però a questo punto che iniziano i dolori: quando usciamo pochi minuti dal nostro nido meccanico per andare a vedere come se la cava Dave Clarke ci aspetta un’amara sorpresa: il Dj inglese, come Marco Passarani e The Advent prima di lui (e come successivamente The Hacker), è abbandonato al suo destino con un impianto che fa le bizze e che lo costringerà a suonare appena un’ora.

Intanto il pubblico si è ricordato di essere in Italia ed ha dimostrato una volta di più quanto INCIVILE possa essere: stands rapinati, qualche pugno (fortunatamente pochi) e tanti ragazzi collassati e ricoverati per l’eccessiva droga assunta.

Ora è chiaro che da un festival alla prima edizione non si possa pretendere una precisione svizzera, considerando anche il fatto che l’ambiente è quanto di più ostile possibile, però da uno staff che si è sempre distinto per la propria preparazione tecnica non si può accettare che i dj ospiti siano lasciati nel totale abbandono e le parole di Passarani il giorno dopo bruciano parecchio (una cagata cosmica).

Nel mentre noi si è tornati nella soul room e dimentichiamo ogni dispiacere trovandoci davanti a Derrick May e Saunderson che per agevolare il cambio ai comandi si esibiscono in un breve ma esaltante back to back.

Il set di Innovator è un turbine, più orientato al nuovo rispetto al suo compare, un groove che si arresta solo per dar spazio ad archi e melodie oniriche e quindi riprendere da dove aveva lasciato.

Siamo quasi arrivati all’orgasmo collettivo quando alle ore 4 e mezza circa qualcuno stacca la spina e ci rompe le ossa con l’atroce verità: i permessi ufficiali per stare aperti fino alle 6.45 non ci sono mai stati e gli East End Studios, come tutti i locali milanesi, non sono mai andati oltre le quattro e stasera non si farà eccezione, anche se informalmente era stato promesso il contrario.

Al peggio non c’è mai limite e se i Dj’s non stati avvertiti e quindi si trovano a chiudere di punto e in bianco senza che alcuni, come Pet Duo ed Len Faki, riescano neppure ad affacciarsi sul palco, i ballerini vengono fatti sloggiare addirittura dalla Digos!!!! Manco fosse l’ultimo dei rave illegali con punkabbestia e non un evento perfettamente in regola per di più patrocinato dalla Provincia di Milano!!!!!

Ragazzi apprezzo moltissimo il vostro impegno ma ricordatevi che non ci si può basare su accordi informali, tutto va per iscritto specie le questioni su licenza ed orari!!!!

Come si diceva all’inizio si tratta di un’occasione persa per tutti: per lo staff di organizzare un evento sontuoso e riuscire dove nessuno aveva mai avuto successo, per la scena Techno di affermrsi definitivamente, per il pubblico italiano di smentire la sua pessima fama e per le istituzioni che avrebbero potuto dimostrare la loro saggezza supportando giovani capaci unire business e cultura in un modo inedito per il nostro vecchio Paese.

Il fallimento di questa prova del nove ci condanna ancora una volta a fare le valigie e prenotare il primo volo per l’estero.

Federico Spadavecchia

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