Paul Kalkbrenner: L’Intervista

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E’ da un po’ che nella mia testa è presente un pensiero forte, che mi perseguita, ancora non mi è noto come ragionino le masse. In particolar modo non riesco a comprendere come il calcio, amato e odiato sport, influenzi con così tanta forza la mentalità della gente. Esso può portare dell’astio fra due nazioni? Già astio, parola che non vorrei mai usare, ma che purtroppo in questo caso sembra così radicato. Vi ricordate come i più grandi settimanali tedeschi ci perseguitarono, prima e dopo, la semifinale fra Germania e Italia? Si disse che erano solamente i boss delle riviste a fomentare lo scontro e che la ruggine non era radicata nella gente. Ne siamo così sicuri?
La Germania è anche la patria della musica techno e di tutte le sue derivazioni, tra esse annoveriamo numerosi artisti come Paul Kalkbrenner.
I suoi più grandi successi sono tutti firmati BPitch Control, etichetta anch’essa tedesca che lo ha accolto e lanciato nel mondo della musica che conta. Recentemente uno dei suoi migliori ep come “Tatu-Tata” e in particolar modo la traccia omonima è stata inserita nella compilation “Avalon” firmata da Sasha.

Ciao Paul..questa è la tua prima intervista italiana?

Si, è la prima.

Parlaci delle tue origini musicali, quando hai scoperto la musica elettronica e successivamente quando hai cominciato a produrla?

Ho cominciato a fare il dj quando avevo quindici anni, suonavo al Berlino youth club insieme a Sascha Funke. Quando avevo diciotto anni cominciai a lavorare alla televisione tedesca come cutter e producer. Con i soldi ricavati da quell’esperienza ho cominciato a comprare l’attrezzatura e nel 1998 iniziai a produrre musica. Nel 1999 ho stampato il mio primo disco.

Sei conosciuto come un produttore eclettico, che non si abbassa mai ai compromessi del mercato.. nel 2004 quando l’electro andava di moda, tu hai pubblicato un album minimal e molto soft come l’ottimo “Self”. Adesso che la minimal techno ha preso piede hai rilasciato un disco come “Keule”, perché gli altri produttori preferisco seguire le regole del mercato? E’ così difficile produrre musica che piace allo stesso artista?

Io non sono un dj e quindi non ho quegli input, in un certo senso sono come un artista “autistic”. Ecco perché non seguo nessuna ondata musicale, non le conosco quasi per niente.

Ora possiamo parlare del presente. A Ottobre uscirai con “Reworks”, una raccolta di alcune hit del passato, remixate da producer come Joris Voorn, Ellen Allien & Apparat, Michael Mayer e molti altri. Hai scelto tu i remixer? Ci vuoi raccontare come è nato questo progetto?

Si, ho scelto io tutti i remixer. Questa idea mi è venuta un anno fa, ho chiesto a tutti i miei amici producer che stimo molto, di scegliere la loro traccia preferita e di remixarla. Il risultato è fantastico! Almeno io penso così!

Presto produrrai la colonna sonora per un film di Hannes Stoehr…secondo te la musica elettronica può aprirsi ai grandi media?

Sicuramente. Il film in questione è più un lavoro indipendente che un grande successo. Però penso che ci sia tanta gente che ascolta musica elettronica ed essa in un certo senso è già diventata tradizionale, aperta al grande pubblico.

Hai altri progetti a cui stai lavorando? E progetti per il futuro?

No, il film mi porterà via molto tempo e sarò concentrato solamente su esso. Inoltre suono ogni fine settimana.

Cambiamo argomento e parliamo di Paul Kaklbrenner nelle vesti di dj…tu vivi a Berlino, ci vuoi parlare della scena musicale della capitale tedesca?

La scena musicale di Berlino per adesso mi ha scocciato. Sono di questa città e sono stato coinvolto nella scena per un lungo periodo. Ho bisogno di un po’ di tempo da trascorrere fuori, infatti mi trasferirò per alcuni mesi in Francia e precisamente a Aix-en-Provence. Ma naturalmente qui ci sono delle serate che vanno avanti per tutto il periodo.

In questo momento hai degli artisti preferiti? Qualcuno italiano?

Adesso non ho nessun artista preferito e per com’è andata la Coppa del Mondo di Calcio non mi possono piacere artisti italiani 🙂

Parlando d’Italia, ho letto che ad ottobre suonerai al Goa di Roma, sei stato altre volte in Italia? Che ne pensi del nostro paese?

Capiscimi, non posso rispondere alla domanda. Nella mia testa c’è ancora la semifinale della Coppa del mondo.

Prima di lasciarci, vuoi lasciare scritto qualcosa ai lettori italiani? Grazie per il tuo tempo.

Venite al Goa!

Fabrizio Gattuso


(Si ringrazia la collaborazione di Krios)

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